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“... e le Vele d'Epoca a Imperia”

 

Strano ed ostico destino davvero quello di Gustave Caillebotte, ingegnere parigino ricco e tranquillo, che progetta costruzioni navali e, nel tempo libero, si diletta a dipingere. Stringe amicizia con Monet con cui condivide la comune passione per la pittura e le barche. Ai due si unì presto Renoir anche lui appassionato di barche e di vela; insieme navigarono spesso lungo la Senna.
Se, ogni tanto, Renoir riusciva a vendere qualche quadro, per Monet la situazione era piuttosto critica. Allora Cailebotte incominciò ad acquistare quadri dei due amici, sia perché gli piacevano, sia perché porgeva loro un concreto sostegno economico. Poi, siccome da cosa nasce cosa, prese gusto al ruolo e via via la sua collezione si allargò con opere di altri pittori impressionisti tra cui, per citare i più significativi, Degas, Pissarro, Cézanne, Sisley, Berthe Morisot. Il pensiero della morte lo ossessionava e, nel 1876, a soli 27 anni fece testamento disponendo che tutta la sua collezione finisse allo Stato francese alla condizione che venisse collocata al Louvre. La Francia inizialmente rifiutò e accettò il lascito solo 52 anni dopo, nel 1928.




Stessa sorte tardiva è stata riservata alla sua pittura. Certo, farsi largo tra i vari Renoir, Degas, Monet, Cézanne non è facile, ma alla lunga una giusta collocazione storica gli è stata riconosciuta, come testimonia anche l’ampio spazio espositivo (13 opere esposte) che gli è stato dedicato all’interno della mostra di Monet organizzata dal Museo di Santa Giulia di Brescia nell’autunno 2004/primavera 2005..
Alle Vele d’epoca di Imperia era esposta una sua progettazione navale, la “Lulu”, un cutter aurico ideato insieme a Rabot.
Lo presentiamo qui in uno schizzo disegnato a caldo dalla penna veloce e attenta di Salvatore Bertollo. Dispiace solo che gli Organizzatori delle vele d’epoca non abbiano riservato un ampio risalto all’imbarcazione e così la “Lulu” di Caillebotte è rimasta ancorata in un anonimo pontile, in disparte, senza clamori, proprio come il suo tranquillo e generoso progettista.

(Pier Luigi Coda)