“ L’arte marinara ”

Emanuela Tenti: "Avel 1895 "

Oltre che per il prelibato olio di olive taggiasche, Imperia è nota per la siccità del suo clima (uno slogan di alcuni anni addietro decantava 3000 ore di sole) e quella splendida manifestazione internazionale che è il Raduno delle Vele d’Epoca. La Vele d’epoca è un appuntamento biennale ormai arrivato alla 14° edizione, la pioggia, se non è biennale, poco ci manca. Questi due eventi hanno entrambi la forza e l’ardore di scuotere il torpore di una città piuttosto pigra e sonnolenta; se poi le coincidenze (o gli astri?) vogliono che questi due eventi coincidano, allora apriti cielo, è un vero cataclisma, un piccolo tsunami rivierasco, come è successo quest’anno, in settembre, quando, nel pieno svolgimento delle Vele d’epoca, si è scatenato un nubifragio che ha letteralmente allagato la città, inondato stand e velieri, costretto ad annullare lo spettacolo di centinaia di vele che si cimentano in regata nelle acque dello specchio del golfo.


In un momento di tregua dalla pioggia, curiosavo tra gli stand allestiti sulla banchina del porto, ma fu proprio questione di un attimo perché presto riprese a scatenarsi un nuovo diluvio ed io, per ripararmi, non trovai nulla di meglio che infilarmi dentro lo stand più vicino.
Fu una circostanza propizia perché così conobbi l’arte e la poesia grafica di Emanuela Tenti.
Pur essendo nata a Treviso, Emanuela Tenti ha sempre respirato l’odore salmastro del mare; credo che sia stato il padre, un ufficiale di Marina, a trasmetterle quella particolare ed esclusiva sensibilità percettiva dei rumori, delle brezze, dei colori che dal mare si fondono nelle profondità dell’animo generando arte, poesia, letteratura.



Emanuela Tenti: "Lord Jim 1930"

Emanuela Tenti : "Il piroscafo Olympic della White Star Line 1911 "

Penso ad alcune pagine di Conrand, di London, alle marine di Sacheri, al profumo spettacolare della violenza del libeccio che solo Fattori è riuscito ad imprimere sulla tavolozza e che, dalle stanze di Palazzo Pitti, ci fa sempre fremere quando ci soffermiamo incanti per ammirare l’incantevole bozzettino della sua “Libecciata”.
Il mare è dentro, si sente e si conosce dentro. Ecco, io credo che Emanuela Tenti, quando incide o dipinge i suoi soggetti marinari, vele, piroscafi, scorci di porto, pescherecci, barchi di trasporto, raccolga nel suo intimo tutta l’intensità di una vita che vibra sulle onde e che si fa lavoro e fatica ma anche ebbrezza di sconfinamento, di libertà e, come l’Ulisse di Dante, di “virtute e canoscenza”.

Il mondo di Emanuela Tenti è ben lontano dall’effimera e gaudente massificazione turistica, dagli affollamenti delle spiagge d’agosto, dalle malinconie dei week-end frettolosamente consumati tra una veloce passeggiata sul lungomare e una colossale strippata di spaghetti allo scoglio. I suoi acquerelli parlano del fumo dei piroscafi di fine ‘800, di golette, brigantini, di imprese storiche, di competenze nautiche vissute dentro il beccheggio degli scafi dove la storia delle imbarcazioni diventa storia e vicenda di uomini.

Emanuela Tenti: "Shenandoah 1902"

Emanuela Tenti: "Stormy Weather 1933"

È qui che la memoria dell’arte definisce immagini con acquerelli e inchiostri di china dal colore nostalgico e ferruginoso.

(Pier Luigi Coda)

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