IL LECCIO BUONO PER ESSERE INCISO

Questa rubrica prende il nome da un verso  dell’opera più importante di Edmund Spenser (1552? – 1599) The Faerie Queen (La Regina delle Fate); più precisamente dalla nona strofa del primo libro che racconta le gesta  del Cavaliere della Croce Rossa:


The Laurell, meed of mightie Conquerors
And Poets sage, the Firre that weepeth still,
The Willow worne of forlorn Paramours,
The Eugh obedient to the benders will,
The Birch for shaftes, the Sallow for the mill,
The Mirrhe sweete bleeding in the bitter wound,
The warlike Beech, the Ash for nothing ill,
The fruitfull Olive, and the Platane round,
The carver Holme, the Maple seeldom inward sound


( L’Alloro che ricompensa  la forza dei dei Conquistatori/ e  la saggezza dei Poeti, l’Abete  che lacrima tuttora, il Salice rattristato dai sospiri degli amanti/ il Tasso docile al volere di colui che lo piega (adatto a far archi), / la Betulla per le lance, il Salice giallo per il  mulino,/ la Mirra che addolcisce il sangue nelle amare ferite,/ il Faggio marziale, il Frassino buono per ogni cosa,/ l’Ulivo fruttifero, il Platano tondeggiante,/ il Leccio adatto per le incisioni, l’Acero  che raramente è integro all’interno)


E come nel legno del leccio, su questa pagina vengono incise storie d’arte e di suoni, colori e note ma anche storie di passione e di vita per tutto ciò che è nobile, grande e infinito come la conquista dell’animo e della bellezza.

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