La poetessa Floriana Porta al Castello di Vinovo (To)

FLORIANA PORTA - UN TRIO PERFETTO: POESIA, ARTE E FOTOGRAFIA
Il 25 ottobre 2017 la splendida Sala degli Affreschi del Castello della Rovere di Vinovo vedrà la poetessa vinovese Floriana Porta presentare la sua ultima silloge “La mia non è poesia”. Si tratta di un libro di poesie e haiku; l'haiku è una breve poesia di antica origine giapponese. Dal 27 al 31 ottobre l’Ala Comunale ospiterà l’esposizione di alcune opere dell’autrice. Fotografie artistiche e sperimentazioni di poesia visiva daranno vita alla mostra intitolata “La calligrafia di uno sguardo”, che propone una bellezza eterea, quasi metafisica, attraverso un dialogo immaginario tra arte antica e poesia contemporanea. Per info e orari visitate il sito del Comune di Vinovo www.comune.vinovo.to.it e dell’artista: www.florianaporta.it

(Posted by Viviana Albanese)


Il castello di Vinovo (To)

Il salone degli stemmi
Cristina Raddavero presenta il poeta Sergio Gallo nel Castello di Rocca de' Baldi (Cn)
17 settembre 2017
E’ all’interno della meravigliosa cornice del castello di Rocca de’ Baldi che ha trovato la sua collocazione la presentazione dell’ultimaopera letteraria del poeta saviglianese Sergio Gallo.
La raccolta Corvi con la museruola è stata presentata da Cristina Raddavero durante il convegno di domenica 17 settembre 2017:  Biodiversità: cultura e colture per la tutela e salvaguardia del paesaggio e dell’agricoltura tradizionale.

Cristina Raddavero durante la presentazione


Sergio Gallo legge una sua poesia

L’inserimento di letture di poesia nell’ambito dell’evento ha voluto sancire il legame profondo, solo ad uno sguardo superficiale apparentemente così distante dall’ambito letterario, tra i valori senza tempo della terra e dei suoi frutti e le istanze che il messaggio poetico consegna all’uomo nell’era della così detta post-verità dominata dalle leggi dell’economia, del mercato, della tecnologia.

Da qui l’analogia tra l’arte poetica e quella della panificazione come continuum necessario dentro la disamina sempre attualissima tra tecnica ed esistenza.

Un ringraziamento particolare a Lidia e Ivan custodi del Castello di Rocca de’ Baldi per la loro gentilezza, disponibilità e la felice intuizione di aver saputo coniugare due mondi distanti come quello dell’agricoltura e della poesia, facendone scaturire un incontro speciale ed esclusivo.

n.b.
l’analogia tra poeta e panettiere è stata riadattata sulla falsariga del racconto Zenaide panettiera nel porto di Atene all’interno del libro Signore e signorine, corale greca di Beatrice Masini.


Il numeroso pubblico presente alla manifestazione

Leggi l'intervento di Cristina Raddavero in formato pdf

 

 

Festival: Assisi Suono Sacro 2015
Assisi rende omaggio al maestro Angelo Cesselon (1922 - 1992)
Un incontro sulla pittura di cinema

Bozzetti cinematografici originali dal 1950 al 1970.
Domenica 19 Luglio 2015
Assisi - Sala Pinacoteca - Piazza del Comune
 Ore 16.30 - Ingresso libero

Incontro/esposizione
“ANGELO CESSELON - CINEMA E PITTURA
Da Marilyn a Francesco. Un canto di colori e forme”.

A cura della Dott.ssa Alessandra Cesselon
Relatori: Alessandra Cesselon, Michele Bianchi, Stefano Valente, Andrea Ceccomori, Nicola Terracciano, Luca Biscontini, Leonardo Paganelli, Ernesto G. Laura, Alberto del Forno.

 

Nell’ambito del Festival Assisi Suono Sacro, a cura del maestro Andrea Ceccomori, si colloca un importante evento nel quale il tema cinematografico si lega a quello sacro. Un omaggio al maestro della pittura cinematografica Angelo Cesselon a ventitre anni dalla sua prematura scomparsa. (1922 -1992).

I volti di santi creati dall’artista rappresentano un canto di colori e forme: da Francesco a Massimiliano Kolbe, da Giovanna d’Arco a S. Teresina. Il suono sacro e melodico delle linee e dei contrappunti cromatici definisce le immagini e avvolge il ritratto in un clima di spiritualità; ma nei ritratti creati da Cesselon, il volto di San Francesco è ricco di glamour come quello di Marilyn Monroe la bionda diva del cinema americano. Due mondi, un unico linguaggio espressivo ricco di tocchi espressionisti che è il logo del maestro. La potenza rappresentativa che si evince in ciascuno dei volti rappresentati ne fa un prototipo culturale, religioso e sociale. Assisi ospita quindi un’esposizione, un incontro e un dibattito che consente originali paralleli tra il sacro e il profano, tra l’umano e il divino nell’arte. Un dualismo che si compone nella necessità comune dell’essere

La visione di alcune immagini dei protagonisti del cinema consente inoltre un’affascinante immersione nel particolare clima estetico degli anni ‘60. Presenti i volti degli attori più noti legati ad atmosfere indimenticabili. Cesselon dipinse opere uniche sia per intensità drammatica che per ricchezza dei contenuti. Un tuffo nella nostalgia per i cultori del genere e un’opportunità da non perdere per tutti gli appassionati d’arte e cinema. Angelo Cesselon è uno degli artisti simbolo della pittura cinematografica del dopoguerra. Nel corso dell’incontro sarà proposta una selezione inedita dei suoi celebri "bozzetti" originali a tempera usati per i manifesti cinematografici. L’illustre cartellonista del cinema italiano, che operò fino agli anni ’70, è artista conosciuto e stimato in tutto il mondo per il suo personale linguaggio stilistico che si colloca tra il Figurativo e la Pop Art. Le sue opere sono basate sulla sintesi compositiva e la brillante ricchezza dei colori. Cesselon rimane un'icona intramontabile nel campo dell'arte figurativa del ‘900.  


  Bozzetti cinematografici originali dal 1950 al 1970.

Ufficio stampa: Archivio Cinematografico Cesselon -  www.angelocesselon.it archiviocinemacesselon.oneminutesite.it - A cura di: Dott.ssa Alessandra Forte Cesselon
Con la collaborazione di: Taxi Drivers - Amici Biblioteca Setteville - La Transcritica - Terra d’Arte - Archeoclub Perugia  - Contatti : alexandrella@yahoo.it - Tel. 3393966432

 

 

Conversazione di Lisa Pesatori sulla poetica di Camillo Sbarbaro
Santa Margherita Ligure (Genova) - Associzione culturale "La Corallina" 10 ottobre 2011
Poeta della terra di Liguria : nacque qui a Santa Margherita Camillo Sbarbaro 1888-1967, così è scritto sulla targa nei pressi della sua casa natale.
 
   Con la sua parola nuda, con la scarna semplicità del suo dire e con i suoi frammenti, Sbarbaro fu sempre estraneo a qualsiasi concessione retorica, senza evasione nell’elegia e nell’abbandono al fervore. Fu il grande dilettante di sensazioni rare,  rinchiuso in una specie di aristocrazia  nell’umiltà.   “Il fanciullo estroso” secondo l’immagine di Montale. Sbarbaro,l’appassionato di studi di botanica, il collezionista di licheni, orgoglioso delle sue scoperte, rifuggiva ai compromessi per fare carriera e finì per fare il professore supplente di scuole private insegnando il greco.
 Racconta Carlo Bo:  Venne a insegnare greco per una supplenza in una classe di liceo, il poeta Camillo Sbarbaro. Un giorno lasciò in sospeso la lezione di greco e si mise a commentare : “Alla stazione” di Carducci, quell’ode che incomincia “Oh quei fanali come s’inseguono…Fu una questione di pochi minuti, ma in quei minuti credo di aver capito cos’era la poesia.”

La casa di Camillo Sbarbaro a Santa Margherita Ligure


Camillo Sbarbaro
Negli ultimi vent’anni  della sua vita fu saldamente ancorato all’ultimo porto: una piccola casa a Spotorno,  La congiunzione con la natura, con la terra ligure, come una sorta di accoglimento in un grembo naturale.
Il mio cuore si gonfia per te, Terra / come la zolla a primavera. / I miei occhi sono nuovi. Tutto quello che vedo è come non veduto mai; / In te mi lavo come dentro un’acqua  / dove si scordi tutto di sé stesso. Io non sono più io, io sono un altro. / Terra, tu sei per me piena di grazia. /  

La targa commemorativa
La poesia può essere pietra, fiore, arbusto o lichene: il compito è andare a cercarla, a coglierla, a estrarla, con un assiduo lavoro, con intensa ricerca”  Così diceva Sbarbaro quando la lettura del mondo con i suoi contrasti, le artificiosità ed i vizi lo disilluse e  riuscì a inventarsi un proprio mondo, personalissimo e autentico,    Scriverà Carlo Bo: Non aveva né  lezioni da prendere o da dare, la sua scuola non aveva pareti, non aveva maestri all’infuori della sua sensibilità”  E nessuno gli avrebbe impedito di utilizzare soltanto il suo personalissimo microscopio per osservare la vita.  Mi tocco per sentire se sono / E l’essere e il non esser come l’acqua / e il ciel si confondono./ Diventa il mio dolore quel d’un altro / e la vita non è lieta né triste…. 

Licheni
In tutta la sua poesia permane il disagio esistenziale. Il tema dell’estranezione dell’uomo dalla società e da sé stesso emergono in modo più pressante nella sua opera: Pianissimo”, e non si stempereranno mai se non con l’approdo alla consolazione naturalistica che canterà in liriche come…
- E il mare! conosco un mare / brulicante d’oro dove le vele sono fiamme esili; / un mare che è tutto uno zaffiro liquefatto, in cui si vorrebbe stemperarsi. / Questa è una grigia lavagna, / appena argentata che amo: essa risveglia / in me l’anima avventurosa. / …
 Sbarbaro diceva tra il serio e il faceto di voler affidare il futuro della sua fama al lavoro di lichenologo. Disse una volta: I licheni mi interessano come forma negletta – povera – di vita. L’albero vive  d’una vita tanto più piena e armoniosa della nostra…”
Sbarbaro non aveva né telefono, né televisione ma per una libera scelta.   Amava l’isolamento nel quale viveva e non voleva venisse minimamente turbato.
  La vita modesta affondava nelle sue radici , nella sua casa, nella sua vita ritirata dove aveva  tutto ciò che desiderava senza aver bisogno di nient’altro, dove poteva conservare la purezza dell’animo, la grazia della poesia. Condurre una vita in solitudine, unica eccezione l’affetto della sorella:  sulla scrivania non mancò mai un mazzetto di fiori appena colti dalla sorella Lina.
  Sbarbaro ha attraversato la vita senza lasciarsi cambiare,  il suo mondo erano le strade fra ginestre, agavi, salvia e le violette tra quei muri a secco, tra le terrazze con il rosmarino e il basilico , nelle piccole trattorie sparse qua e là in quelle stradine che si inerpicano tra gli ulivi nodosi. La sua casa di Spotorno odorava di sottobosco.

Licheni

Montale offrì all’amico un  giudizio illuminante, affettuoso e di stima:  “Egli è profondamente onesto e sincero fino all’assurdo ed è giunto così per le tappe di una ascesa letteraria che ha del mistico, a conquistare le sue semplici se pur profonde parole”.

Lisa Pesatori

CONCORSO FOTOGRAFICO “FAI CLIC E PRESENTAMI LE VALLI” – CANTALUPO LIGURE (ALESSANDRIA)

Il campanile della chiesa di Cerendero sotto la neve

Valentina Incardona si è aggiudicata il Primo premio con la foto “Fra neve e cielo” che riproduce la chiesa innevata in località Canarie.
Questa la motivazione della giuria:
“La valle Borbera è la valle dai 1000 campanili. La signorina Valentina ha saputo immortalare con notevole sensibilità questo momento particolare della Chiesa di Canarie sotto un copioso manto di neve. Un luogo di culto che necessita di restauri come tante realtà artistiche della Valle”. Catalupo Ligure 12 agosto 2007
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