Aleksandr Aleksandrovič Bestùžev -Marlinskij
Tre racconti di Livonia
(Solfanelli Editore- Chieti)

Versione italiana a cura di
Alfredo Bertollo & Pier Luigi Coda

Il Testo


Knock Knock Knock

Nel racconto "Knock Knoch Knock" Ivan Sergeevič Turgenev scriveva:" Oggi Marlinskij non è più di moda, ma negli anni trenta la sua fama era superiore a quella degli altri e, nell'opinione dei giovani di allora, neppure Puškin reggeva il suo confronto. Non solo era considerato come il più importante scrittore russo ma, cosa ancora più rilevante, aveva impresso la sua impronta a tutta la sua generazione. Ovunque ci si imbatteva in eroi alla Marlinskij, soprattutto in provincia e, in modo particolare, nelle fanterie e nelle artiglierie; si parlava e si corrispondeva nel suo linguaggio, in società ci si comportava con il cupo riserbo "della tempesta nell'anima e delle fiamme nel cuore" del tenente Byelosov nella" Brigata della Speranza".


         Turgenev scrisse "Knock Knoch Knock" a Baden Baden nel 1870, da allora è passato quasi un secolo e mezzo ma la notorietà di Aleksandr Aleksandrovič Bestùžev -Marlinskij è sostanzialmente rimasta confinata tra le aule dei letterati di cultura slava.
 Oggi, In Italia, il nome di Bestùžev dice poco o nulla; di rilievo si può ricordare la traduzione del racconto Ammalat Bek a cura di Carmen Putti, pubblicato nel 1997 da Santi Quaranta e, in particolare, la nota critica di Luigi Margarotto  "La povest' Ammalat-Bek di  Bestùžev -Marlinskij ", pubblicata su Europa Orientale 17 nel 1998, la quale, pur incentrandosi nell' analisi critica del racconto di Ammalat-Beck, allarga una panoramica approfondita e ben documentata sulla visione letteraria e storica dell' Autore.   


Ivan Sergeevič Turgenev
(Il'ja Repin)

CENNI BIOGRAFICI


Aleksandr Aleksandrovič Bestùžev

Aleksandr Aleksandrovič Bestùžev era nato a San Pietroburgo  il 3 novembre 1797 (23 ottobre ante riforma gregoriana) ed era di due anni più anziano di Puškin. La sua vita meriterebbe di essere romanzata, in lui giganteggia il prototipo dell'eroe romantico, dell'uomo d'azione, del politico rivoluzionario. Bello, giovane, adulato dalle donne e, tuttavia, irrequieto, in costante ricerca dell'azione, della lotta, dell'impegno sociale. Proveniva da una famiglia nobile e ricca che gli permise di avere un'ottima educazione; in più era dotato di una naturale propensione verso le lingue straniere, tant'è che dopo pochi mesi di studio, riusciva a leggere in originale Goethe, Schiller, Dante, Thomas Moore, Byron, Walter Sott, Victor Hugo.


La madre
Praskovya Mickhailovna Bestùževa
(V.L. Borovikovskij - 1806)
 
Era destinato ad una brillante carriera militare ma gli astri che governavano su di lui lo trascinarono nei sotterranei oscuri d'imprevedibili tragedie dai contorni confusi e incerti. Insieme all'amico e poeta Kondratij Fëdorovič Ryleev fondò l'almanacco La Stella Polare che divenne, in poco tempo, una delle riviste letterarie più qualificate dell'epoca con collaborazioni anche di Griboedov e di Puškin. Nel 1824 aderì alla società segreta (Società del Nord) e qui incominciò la sua avventura rivoluzionaria.
            Ma i suoi sogni di riformare la società e la costituzione zarista naufragarono miseramente il 14 dicembre 1825 insieme al sogno degli altri decabristi. Ryleev finì sul patibolo; Bestùžev se la cavò per un soffio in un modo che ancora oggi fa discutere: si consegnò spontaneamente alla polizia zarista ammettendo il suo coinvolgimento e forse... forse tradendo i compagni di ventura . Nei suoi riguardi fu usata una "strana" clemenza; ovviamente non la passò liscia del tutto, e fu condannato all'esilio in Siberia, ma i suoi fratelli, Michail e Nikolaj, che avevano avuto un ruolo senz'altro più marginale, furono condannati ai lavori forzati.
            L'inattività monotona della prigionia non si addiceva al suo temperamento focoso e irruente; Bestùžev amava l'azione, il combattimento e scrisse una lettera dai toni servili e adulatori allo zar Nicola I chiedendo di essere arruolato come soldato semplice e inviato sul fronte di battaglia ("cerco solo di spargere il mio sangue per la gloria del mio sovrano..."). Lo zar accolse la sua supplica e, nel 1829, lo inviò sul fronte del Caucaso  a combattere contro i ribelli delle popolazioni locali. Non solo ma - unico decabrista a godere di tale privilegio - gli permise anche di riprendere l'attività letteraria purché pubblicasse sotto un altro nome. Bestùžev scelse lo pseudonimo di Marlinskij dal nome della località Marli vicino a Peterhof, dove aveva prestato servizio militare da giovane.

Il Caucaso all'epoca era terra infuocata; in prima linea, Bestùžev finalmente poteva far esplodere il suo ardimento e l'animo romantico dell'eroe in azione. Non gli mancava certo il coraggio e la risolutezza. Si distinse in molte battaglie e fu promosso sottufficiale. La pericolosità dell'azione gli scosse anche l'ispirazione artistica e nel Caucaso scrisse il libro che viene ritenuto dalla critica il più significativo della sua produzione letteraria: Ammalat Bek.

A destra la prima edizione francese di Ammalat Bek pubblicata nel 1835 da E. Duverger



La regione caucasica
Ma su "Marlinskij l'oscuro", come lo definisce nel suo saggio George Rueckert, gli astri erano ancora pronti a stendere il loro velo di mistero e d'angoscia. Nel 1833 la sua amica Ol'ga Nestercova venne uccisa da un colpo partito dalla sua pistola. Solo un incidente? Così sentenziò la giustizia, ma gli interrogativi restano e nessuno, forse, potrà chiarirli in modo certo. Sta di fatto che l'animo di Aleksandr Bestùžev incominciò ad incupirsi e intristire ("sto piangendo sopra il foglio e io raramente piango"), i suoi amici Ryleev e Griboedov lo avevano già lasciato in circostanze drammatiche; agli inizi del 1837 uno stupido duello avrebbe portato alla morte anche Puškin. Bestùžev ne apprese la notizia a Tiflis e ne restò sconvolto; per tutta la notte non ebbe pace, la mattina seguente, come scrisse in una lettera al fratello Pavel, raggiunse il monastero S. Davide sul Mtac'minda e, sulla tomba di Griboedov, fece celebrare una messa funebre in onore del Poeta.
Oscuri presagi incominciarono ad assalirlo, sempre al fratello scrive:" So che anche la mia morte sarà violenta e fuori del comune, e neppure troppo lontana. Nelle mie vene ribolle un sangue troppo caldo, davvero troppo perché possa essere raffreddato da vecchio. Prego solo di non morire su un letto soffrendo o in duello, per il resto che sia fatta la volontà della Provvidenza".
            Il suo presentimento non tardò ad avverarsi: il 19 giugno (7 giugno ante riforma) 1937, fu ucciso durante una scaramuccia con i circassi. Il suo corpo non venne mai ritrovato e sorsero diverse leggende al riguardo; qualcuno sostenne che fosse scomparso e fuggito per sposare una bella montanara, altri che fosse passato nelle fila nemiche per combattere contro i suoi compatrioti, cavalcando un cavallo bianco con la spada sguainata.

Misteri, fantasie? Può darsi, del resto lo stesso Bestùžev affermava che bisogna "possedere una ricca immaginazione come la mia per rivestire di pregi immaginati delle autentiche inezie, ma mi è sempre piaciuto ingannare me stesso, quando l'inganno determina un piacere vero".
            Forse tutti i segreti di "Bestùžev - Marlinskij l'Oscuro" sono rinchiusi in questa frase e, forse, la sua vera storia resta ancora da scrivere.

In occasione del bicentenario della nascita dello scrittore, lo stato russo ha emesso il primo ottobre 1997 un francobollo commemorativo disegnato dal pittore B. Ilyukhin.
La cartolina postale riproduce una scena tratta dal racconto "Test" del 1830 ( a destra).

 

I TRE RACCONTI DI LIVONIA
I tre racconti che proponiamo in questo volume, sono tratti dai "Racconti di Livonia" e sono abbastanza esplicativi della filosofia narrativa di Bestùžev e della sua impronta gotica/romantica. La storia dei Paesi Baltici lo aveva da sempre affascinato, soprattutto le ricorrenti occupazioni dell'Estonia da parte dei vari vicini: I Cavalieri Tedeschi dell'Ordine di Livonia, gli svedesi, i danesi e i russi (Roman e Olga). Qui s'incastravano etnie e culture, eroiche avventure d'armi e misteriosi castelli  popolati da delitti, visioni e fantasmi; fanciulle vessate dalla protervia maschile e efferati crimini perpetrati all'ombra compiacente di una legalità iniqua, vessatrice, corrotta, (Quante cose orribili sono sepolte nei polverosi archivi dei casellari giudiziari! Io conobbi molti che firmarono sentenze mortali con volto orgoglioso mentre avrebbero dovuto essere marchiati dalla vergogna; conobbi gente, che a voce alta urlava contro il vizio ma non soffocava le voci delle proprie cattive azioni).

Festa di nozze
(Konstantin Egorovič Makovskij - 1883)
Tavola fuori testo

La preparazione della sposa
(Konstantin Egorovič Makovskij - 1884)

Tavola fuori testo

L'animo poetico dell'autore sembra distendersi solo nelle appassionate contemplazioni della natura, quasi una forza panica che si addolcisce nella visione cosmica dell'universo: splendidi paesaggi innevati, laghi ricoperti di ghiaccio, rumori assorti, scricchìolii, lo stupendo "canto alla luna" del "Terribile sortilegio". Qua e là spassosi sketch di esilarante umorismo, come l'onirica avventura dell'Auditore che cattura un povero Tamburmaggiore dell'esercito francese, credendolo Napoleone Buonaparte (Il Corrazziere) oppure il miserevole epilogo dello "stregone" di campagna che nel bel mezzo del suo "mirabolante" incantesimo si addormenta in preda ai fumi dell'alcol (Un terribile sortilegio).

La ritirata di Napoleone in Russia
(Adolph Northen) Tavola fuori testo

Il ponte nel bosco
(Rafail Levistkij) Tavola fuori testo

Tamara e il Demonio
(Konstantin Egorovič Makovskij 1889)
Tavola fuori testo

Nel contorno risuonano le armate in cammino, lo scalpiccìo dei cavalli nel loro galoppo sfrenato; riecheggiano le lance, i cori dei tornei, i tormenti di amori contrastati che non sempre trovano approdi di felicità. Quanto basta per scatenare la sua fantasia arricchendola di popolare saggezza, sogni di giustizia, difesa di damigelle angariate. Ann Radcliffe, Lord Byron e Walter Scott s'intrecciano con il popolare russo della tradizione e della magia per trasformarsi in vita, respiro poetico, vigore espressivo.

Così si rafforza la "funzione" narrativa di  Bestùžev: "Come possono lamentarsi gli scrittori di oggi affermando che noi non viviamo in un secolo romanzesco?!”. Basta che guardino nei villaggi, nelle cittadine dove ancora non sono scomparse le caratteristiche e le peculiarità dei volti e troveranno un’inesauribile fonte, di natura schiettamente russa, senza impurità. Inoltre, finché sussisteranno passioni e debolezze, originati dalle circostanze o dalla convenienza, l’uomo sarà sempre curiosamente attento all’uomo; ogni tempo ripropone con altre forme lo stesso cuore. Sono convinto che, selezionando le segrete tradizioni di ogni famiglia, in ognuna di esse si può trovare una quantità di avvenimenti e di casi non comuni".
           
Il cuore e l'anima della grande Russia stanno affacciandosi nel panorama della letteratura universale; Aleksandr Aleksandrovič Bestùžev: "Marlinskij l'oscuro" ha fatto la sua parte e tracciato, come si suo dire, il solco; ora la scena è pronta per accogliere i Gogol' i Turgenev e, soprattutto, Fëdor Dostoevskij e Lev Nikolàevič Tolstòj.




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