Il signor William Shakespeare presenta
"La vera soria di King Lear"
alla classe terza A

Illustrazioni e traduzioni dell'autore

(Tabula fati - Solfanelli - Chieti)

Il Testo


Cortile interno di Casa Shakespeare

Dopo Giulio Cesare, un immaginario William Shakespeare presenta la tragedia di Re Lear alla stessa scolaresca della III A. In questa occasione l’incontro avviene nel cortile della sua casa natale di Stratford-upon-Avon, durante una splendida giornata di sole.

 

 

I ragazzi sono piuttosto sconcertati di fronte alla drammatica complessità della tragedia e all’apparente (o sostanziale) abbandono dei personaggi in un tenebroso deserto senza giustizia e umanità. Crudeltà, perfidia e ingratitudine sembrano gli ingredienti più evidenti che percorrono la scena di un mondo spietato privo di luce, flagellato da un cielo di tempesta dove follia e saggezza, cecità e visione si sovrappongono in un vortice di caotico scompiglio.


Sala interna di Casa Shakespeare


William Dyce - Re Lear e il Giullare nella tempesta
Scottish National Gallery - 1851

Dalla sua prima rappresentazione il giorno di Santo Stefano del 1606, sono innumerevoli le riedizioni teatrali, editoriali, cinematografiche che si sono avvicendate in tutto il mondo nel corso degli anni.
E, atto dopo atto, i ragazzi e le ragazze restano sempre più affascinati dalla forza espressiva dei singoli personaggi e dal sorprendente intrico di rapporti contrapposti, spesso addensati di violenza e di enigmatiche congetture.

Le somme si tireranno a Dover anche se, per arrivare a Dover mentre infuria la bufera, ci vuole molto coraggio. Si deve affrontare il rischio di cadere e trovare la forza di rialzarsi ma si deve arrivare ad ogni costo, magari brancicando a tentoni nel buio. Dover è la meta, il sogno, l’approdo ultimo verso cui naviga ognuno di noi.


Johann H. Ramberg - Il conte di Glouster cieco verso Dover - 1829 - Folger Collection


Le scogliere di Dover
Qui, dall’alto delle bianche scogliere a picco sul mare, si può volgere lo sguardo sull’infinito e scoprire il valore del nostro universo nei sotterranei dell’esistenza: la gioia e il dolore, la ferocia e la pietà, l’odio e l’amore, la morte e la salvezza. Forse, ma non è detto, un impalpabile soffio divino.
A conquistare definitivamente la scolaresca, ci pensa ancora una volta la magica penna di Shakespeare che riesce ad avvolgere tutto nei misteriosi meandri della vita e dell’essere dipingendo un grandioso affresco letterario degno della Cappella Sistina di Michelangelo o, come è stato rilevato, delle più belle sinfonie di Beethoven.


Michelangelo Buonarroti - Il Giudizio universale (particolare)
Città del Vaticano - Cappella Sistina - 1535 - 1541

Re Lear è ripetutamente ritenuta l’opera migliore di Shakespeare, la tragedia in cui mostra più pienamente i suoi molteplici poteri; e se fossimo destinati a perdere tutti i suoi drammi tranne uno, probabilmente la maggior parte di coloro che lo conoscono vorrebbero mantenere il re Lear. (Andrew Bradey)

La tragedia di Re Lear è meritatamente la più esaltata. Forse non c’è nessun’altra opera che tenga così fissa la nostra attenzione, che agiti così tanto le nostre passioni e catturi la nostra curiosità. (Samuel Johnson)



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