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              Ninel Ivanovna Podgornaja 
                  Puškin e i Paesi Baltici 
                  (Solfanelli Editore- Chieti) 
                Versione italiana a cura di 
              Alfredo Bertollo & Pier Luigi Coda  | 
             
         
       
        
          
        
          
            
                
              Alfredo Bertollo,Ninel Podgornaja, Pier Luigi Coda 
              a Riga sotto il monumento a Puškin  | 
              
                In seguito al positivo  riscontro di critica e di pubblico della biografia di Mafalda di Savoia della  scrittrice russa Ninel Podgornaja, pubblicata sempre dalle edizioni Solfanelli  di Chieti, è stato quasi consequenziale proporre ai lettori italiani un’altra  opera biografica di grande impegno letterario come “Puškin e i Paesi Baltici”  scritta dalla stessa autrice. 
                
                
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                I testi della Podgornaja, infatti,  sono particolarmente apprezzabili per il suo  modo di scrivere semplice ed immediato, lontano da accademismi e sovrastrutture  letterarie; una scrittrice che sa selezionare l’evento dalla cronaca, la  leggibilità anche dentro i tortuosi sentieri degli avvenimenti storici e  politici. Il suo stile letterario colpisce  subito per la semplicità descrittiva e,  soprattutto, per sapersi compenetrare all’interno della vita del personaggio  che racconta: così con Mafalda di Savoia, così con Puškin. 
                   
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              Riga: il monumento a Anna Kern  | 
             
           
          
            
                
                N.Podgornaja rende omaggio a Anna Kern a Riga | 
              
                  
                Ma occorre sottolineare un particolare di rilevante  importanza: la figura della principessa Mafalda in Italia suscita da anni un  grandissimo interesse, circola molta letteratura, ultimamente la televisione  italiana ha trasmesso una fiction; Puškin  non è altrettanto conosciuto, certamente non altrettanto popolare presso il  grosso pubblico della nazione.  Se ne  conosce il nome, certo, perché è un Poeta universale, e  la sua opera poetica e letteraria è  conosciuta da letterati, amanti si slavistica e della poesia in generale. In  aggiunta resta la  difficoltà di tradurre  in buon italiano la sua opera poetica.   Le traduzioni disponibili non sono neppure molto affidabili e così,  nella resa in italiano, si perde il fascino, l’intima sonorità del verso, la  musicalità della parola; si perde, insomma, la qualità e lo spessore del grande  poeta.  
                   
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                Certo, questo capita un po’ a tutti i poeti del mondo quando  vengono tradotti in un’altra lingua: da Dante Alighieri, a Shakespeare, a  Goethe, a Baudelaire. Ma nell’Europa occidentale le lingue inglesi, spagnole,  francesi o tedesche sono abbastanza conosciute per cui molti lettori possono direttamente  confrontare il testo tradotto con quello originale e gustarne la bellezza. La  lingua russa non è altrettanto diffusa e questo è il motivo principale per cui Puškin rimane un po’ un’ icona, un nome  emblematico della Poesia universale senza, per altro, essere veramente popolare.  In più bisogna dire che la lingua russa, finora, non è molto studiata nelle  scuole italiane.  
                A destra: il busto di Puškin nel Museo Puškin di Riga 
                   
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                Riga, 30 maggio 2011, la Podgornaja durante presentazione del libro Puškin e i Paesi Baltici alla Biblioteca Puškiniana                | 
                
                Tra l’altro sembrerebbe che questo   grandioso alone poetico che avvolge la figura di Puškin relegandola in un Olimpo misterioso e lontano,  penalizzi anche  le sue opere di  narrativa. A parte “La dama di Picche” che fortunatamente gode di una certa  risonanza, i suoi racconti sono piuttosto marginalizzati. Ed è un vero peccato  perché  Puškin è scrittore raffinatissimo e attento e, per  quanto possa sembrare strano, di una attualità tematica sorprendente.  
Il libro della Podgornaja, ha un duplice grande merito: il primo quello di far  conoscere meglio Puškin in  Italia attraverso la sua biografia, la seconda quella di far conoscere i Paesi  del Baltico in un modo del tutto originale: attraverso il genio di Puškin che, curiosamente, sembra non sia mai stato  fisicamente in questi Paesi.  La  Podgornaja è stata la fondatrice e la direttrice del Museo Puškin di Riga e per alcuni anni ha condotto una  trasmissione televisiva sulla Rete Nazionale Lettone dedicata a questo grande  Poeta. il suo “Puškin e i Paesi Baltici”   è il frutto di una personale ricerca iconografica e documentale curata e  gestita di persona attraverso ricerche ed approfondimenti nelle diverse  località dei Paesi baltici che, in qualche modo, abbiano avuto riferimento o  relazioni, dirette o indirette, con Puškin. 
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        Oggi che vogliamo costruire l’Europa, la conoscenza e la  vicinanza tra i popoli transita anche attraversolavori meritevoli come quello  della Podgornaja. Questo confidiamo e in questo dobbiamo credere: la cultura  come collante tra nazioni di tradizione storiche lontane, ma accomunate da un  unico sentimento di arte e di poesia. 
         
           
      
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