Ninel Ivanovna Podgornaja
Puškin e i Paesi Baltici
(Solfanelli Editore- Chieti)

Versione italiana a cura di
Alfredo Bertollo & Pier Luigi Coda

Il Testo

Locandina del Boris Godunov di Musòrgskij

 

Puškin in Europa occidentale non gode di grandissima popolarità: piuttosto recentemente in Italia si ricorda il convegno organizzato a Milano nel secondo centenario della sua nascita 1999), ma questo importante evento è rimasto sostanzialmente relegato agli studiosi di slavistica e non ha apportato sostanziali miglioramenti alla diffusione dell’opera del Poeta.È curioso altresì notare che molta della fama di cui gode Puškin in Italia è legata, suo malgrado, alle opere musicali tratte dalla sua produzione letteraria e musicate, tra gli altri, da Glinka, Musòrgskij, Rimskij-Kòrsakov e da Pëtr Il’ič Čajkovskij.


               Curioso e strano davvero se si pensa che Puškin in una lettera inviata all’amico Vjàzemskij dice: «Come hai potuto scrivere un libretto, assoggettare l’arte poetica alla musica?Neppure per Rossini avrei mosso un dito.» Ma si sa, alle volte la penna sfugge di mano allo scrittore e va per conto suo; è capitata anche a Jonathan Swift la“disgrazia” di non sopportare i bambini e diventare un classico per la gioventù con il suo Viaggi di Gulliver.

L'amico Piotr Viàzemskij


Natal’ja Nikolaevna Gončarova

Comunque, in questi ultimi decenni, oltre a molteplici contributi critici su Puškin, sono comparse diverse biografie, soprattutto in lingua inglese ma anche in lingua tedesca, francese e italiana.
Non deve stupire; nella vita di Puškin ci sono tutti gli ingredienti per confezionare un best seller: misteri, origini incerte, complotti, utopie, amori folli e tradimenti, cortigiane e ruffiani, gelosie e duelli, condanne e assoluzioni; soprattutto genialità, arte e finissima poesia.
Con “Puškin e i paesi Baltici” , la Podgornaja costruisce un originale polittico di seducente lettura, con volti e figure che primeggiano sulla scenografia  storica e letteraria della Russia nella prima metà dell’Ottocento: il distratto Kjuchel’beker, il sognatore Del’vig, il battagliero Danzas, il generoso Žukovskij e altri ancora, compresa la bellissima moglie Natal’ja Nikolaevna Gončarova, conclusiva apoteosi di tragedia.



Sullo sfondo: gli sconvolgimenti epocali che ha conosciuto la Russia nel periodo: dall’invasione napoleonica al sogno utopistico della rivolta decabrista miseramente naufragato nella tragica realtà del patibolo e delle condanne ai lavori forzati in Siberia. In questo contesto emerge la grandezza di Puškin; la sua genialità poetica  e il  suo impegno sociale svettano sulla scena e, nonostante anni di confino e ostinate diffidenze da parte del potere politico, riescono a tracciare segni indelebili  sulle pagine della Letteratura e della Storia.


Copertina originale di Evgeni Onegin

Non a caso la Podgornja  ricorda i versi scritti profeticamente da  Fëdor Glinka:
Oh Puškin, Puškin, chi
T’insegnò ad affascinare con meravigliosi versi?
Chi degli abitanti celesti
Ti amò, giovane.
Non aver paura del destino e del tempo canuto
Non temere, giovane cantore,
Le tracce delle generazioni spariranno
Ma tu vivi, talento, genio immortale!



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