Pier Luigi Coda: “Martina e l'efferata Banda del Salamino”,
Effatà Edizioni, Cantalupa -Torino, 2010.

 

Martina: un nome gentile appropriato ad un’asinella sensibile, timida attorno alla quale ruota la trama del libro per ragazzi di Pier Luigi Coda: Martina e l’efferata Banda del Salamino.
Abituati, come siamo, a considerare cani, gatti, conigli o canarini e pappagalli alla stregua di domestici beniamini (talvolta, purtroppo, anche quali giocattoli da intrattenimento, da accantonare alla prima difficoltà), ben poco ci soffermiamo a considerare un ciuco, se non collegandolo al trasporto campagnolo o come sinonimo di…testardaggine o ignoranza! Chi può dimenticare il detto: ”Studia.Sei proprio un ciuchino!”, appioppato a qualche malcapitato, reo d’essere svogliato? O ancora la frase perentoria:”Ti cresceranno le orecchie d’asino!”.
L’Autore, nella sua opera più recente, con spiccato senso dell’umorismo, narra una vicenda in cui dà corpo alle azioni, ai pensieri, alla saggezza della povera Martina, perseguitata da una malandrina banda di sgarrupati alla ricerca del buon quadrupede per trasformarlo in…salami e bistecche! Sarà così che, dopo una fuga clandestina e rocambolesca, complici due ragazzini, Simona e Tobia, l’asinella, spaventata ma, per fortuna sua, remissiva quel tanto che basterà, si troverà al diciottesimo piano d’un elegante grattacielo, dimora confortevole dei Bentivoglio (mai cognome è stato tanto ben scelto sotto il profilo simbolico: infatti la famiglia si può, con ragione, definire Ben ti voglio!)
Un acuto senso della comicità pervade gli episodi della storia in cui, se gli eroi sono gli umani oltre al quattro zampe, questi sono ben supportati da un mondo animale assai studiato nonché sviscerato psicologicamente: ciascun esemplare introdotto nei capitoli ha la propria tipologia, espressa attraverso atteggiamenti, sguardi, comportamenti corrispondenti a riflessioni, perplessità, sgomento, contentezza.
All’inizio, dopo essere stata salvata, la ciuchina stenta ad entrare in ascensore; si avventura per le scale del grattacielo, zoccolando in ambascia senza sapere dove andrà a parare, trainata dai due fratelli (Tobia e Simona, per l’appunto), intenti l’uno a guidarla per le orecchie, la seconda a sospingerla dal…sottocoda,  inconsapevoli, entrambi, della specie che stanno per ospitare nell’appartamento condiviso con i genitori, per buona pace del progresso: le orecchie lunghe di Martina, la coda con la quale esprime disappunto, l’impuntatura desolata sulle scale fanno, della scena, una esilarante introduzione  al racconto.
A tutto questo si aggiunge la sapida finezza del lessico, usato in maniera arguta, costantemente adeguato sia alla società contemporanea (della quale emergono pregi e difetti), sia a situazioni atipiche; tale da suscitare un moto di ilarità irrefrenabile, unita alla curiosità circa le vicende a seguire.
Ogni esemplare, come Lautry, il nobile falcone, pronipote del falcone di Henry de Toulouse Lautrec, dei Conti di Tolosa, signore delle nuvole e rispettoso dell’Ordine cui appartiene (quale antico Cavaliere), Mustafà, l’ansimante ippopotamo ciccione in eterna dieta, Clony, la pecorella sofisticata, hanno caratteri ben distinti, che riconducono alle odierne scoperte scientifiche con problemi annessi; queste ultime, infatti, soffocano spesso ciò che Madre Natura offre con generosità e larghezza di vedute.
I colpi di scena sono incalzanti, tanto più che l’intuito dello Scrittore, dovuto all’osservazione perspicace degli ambienti più disparati, si estende agli esseri umani nonché alle circostanze più diverse, nelle quali si può incappare. Ed ecco una famiglia (i Bentivoglio) dove ognuno la pensa a modo suo, ma che resta unita perché i suoi membri si vogliono bene, un Direttore d’Azienda coadiuvato da una pimpante biondona in minigonna, intenta a traballare su “taccazzi” a spillo, la moglie Elisabetta, paziente in casa ma poco o niente tollerante  con le…segretarie dal piglio esuberante (come esperienza quotidiana impone. …”La mamma dice che sei pieno di oche che ti tacchettano intorno”…. )
Il libro ha momenti di pietà, allusioni a problematiche della Bioetica, attimi di coinvolgente commozione: la solidarietà fra vari elementi del mondo animale, l’affetto che lega l’essere umano, dotato di sentimenti positivi, a qualunque creatura della terra dalla quale è ricambiato, l’amara sofferenza per la separazione forzata da un organismo vivente, la cura che è giocoforza averne…
Martina aveva gli occhi buoni, trasparenti, come se ne vedono raramente in giro. Per un attimo,l’ingegner Bentivoglio ripensò alla sua azienda, agli occhi che di solito incrociava per i corridoi e che, al suo passaggio, fuggivano da qualche parte come se avessero sempre qualcosa da nascondere: timori, sotterfugi, imbrogli, ruffianerie.
L’affetto sincero, che unisce i Bentivoglio a Martina, contiene un messaggio: le specie animali, di frequente maltrattate perché sottovalutate, non sono molto lontane dall’Uomo; dunque vanno rispettate, protette, difese, salvaguardate, amate, in modo che ci accompagnino senza estinguersi.
Martina e l’efferata Banda del Salamino è un testo per giovani e adulti, che fa sorridere, ridere, poi meditare. Pubblicato di recente da Effetà Editrice, Cantalupa Torino, è introdotto da una frase del Pontefice Joseph Ratzinger: questa costituisce il leit-motiv del contenuto, la cui stesura non è mai ripetitiva, ma godibile in ogni sua parte.
(Commento di Raffaella Saponaro Bragadin-Monti)

Pier Luigi Coda sceglie, ancora una volta, il mondo animale per consegnare al pubblico giovane tematiche importanti e decisive per il futuro della generazione che, più di ogni altra, dovrà pagare gli errori commessi da chi l’ha preceduta.
L’autore abbandona il lirismo soave e delicato che tanto efficacemente aveva caratterizzato il lavoro precedente, Sotto l’albero dei limoni e, questa volta,  immerge il lettore in dialoghi veloci, scattanti, effervescenti sottesi da una vena altamente ironica che si profila miglior mezzo di denuncia contro l’horror pleni  del duemila (oggi, nel mondo della tecnologia, delle super scoperte, delle sfide ultime della Scienza, l’uomo ha dimenticato come si munge un’asinella e, ancor peggio, spesso i bambini che maneggiano cellulari, I pod e smart phone, non hanno la più vaga idea dell’esistenza del famoso quadrupede!)
Il racconto dinamico e avvincente deposita verità profonde sul lettore: scuote quello adulto che prende coscienza di quanto il processo educativo dei bambini e dei ragazzi sia complesso e transiti in una crescita totale, non solo fisica, ma intellettuale, morale, spirituale cui non si può abdicare pena nefaste conseguenze; orienta le menti giovani verso il senso di rispetto nei confronti del mondo che abitano e alla comprensione del Mistero per eccellenza che si “avverte” e si “percepisce” nella bellezza del Creato.
Ciò che il filosofo Immanuel Kant affermava e che ha voluto scritto sulla sua tomba: “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo, la riflessione si occupa di esse, il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me” è già impresso nell’animo di un bambino che si introduce nella conoscenza della vita…e Martina e suoi amici, riescono perfettamente nell’intento.

(Commento a cura di Cristina Raddavero)